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Di ultima pubblicazione

domenica 23 giugno 2019

L'uomo vitruviano

L'uomo vitruviano

“E veramente il cielo ci manda talora alcuni che non rappresentano la umanità sola, ma la divinità istessa"


Giorgio Vasari, "Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori", 1550





L'Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci è forse il disegno più famoso del mondo.


Leonardo da Vinci (Vinci, 1452 - Amboise, 1519) apre la descrizione del celeberrimo Uomo vitruviano, nelle cinque righe che si trovano nella parte alta del foglio conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Un corpo umano inscritto in un cerchio e in un quadrato
L'uomo vitruviano è un disegno a penna e inchiostro su carta (34x24 cm)

Prima di giungere a Venezia, il disegno, venne acquistato prima da Gaudenzio de’ Pagave, poi da Giuseppe Bossi nell’Ottocento; morto Bossi, l’opera di Leonardo, insieme a molti altri progetti dell’artista, vennero acquistati dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dove si trovano tutt’ora.


La prima rappresentazione di un uomo inscritto in un cerchio  la si può trovare nell’opera di un ingegnere senese vissuto tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento, Mariano di Jacopo,  detto il Taccola (Siena, 1381 - 1453/1458), che tra il 1419 e il 1450 aveva lavorato a un importante trattato di ingegneria, il De ingeneis
Nel manoscritto si trova l’illustrazione in cui è rappresentato un uomo, con le braccia stese lungo i fianchi, in posizione eretta, i cui piedi e il cui capo toccano le estremità di un cerchio, all’interno del quale è inscritto un quadrato.

Ma la storia di uno dei disegni più famosi del mondo inizia ancor prima quando, nell’antica Roma,
Marco Vitruvio Pollione (80 a.C. circa - 20 a.C. circa), scrisse nel terzo libro del De architectura, un’opera in dieci libri in cui l’autore offre una panoramica completa sull’arte dell’architettura, che “senza simmetria e senza proporzione non può esistere alcun tempio che sia dotato di una buona composizione” “e lo stesso vale per l’esatta armonia delle membra di un uomo ben proporzionato homo bene figuratus.
Per Vitruvio, la testa rappresentava un ottavo del corpo umano, il piede un sesto, il cubito (ovvero l’avambraccio) un quarto, il petto anch’esso un quarto, e il centro del corpo umano era da trovare nell’ombelico:
“Se un uomo fosse messo supino, con mani e piedi stesi, e gli venisse messo un compasso nell’ombelico, il cerchio tracciato toccherebbe le dita delle mani e dei piedi. E così come è possibile inscrivere un corpo in un cerchio, allo stesso modo è possibile inscriverlo in un quadrato: se si prenderà la misura dai piedi fino alla sommità del capo e la stessa misura verrà rapportata a quella delle braccia distese, l’altezza sarà uguale alla larghezza, così come avviene nel quadrato”
Leonardo entrò probabilmente in contatto con il canone vitruviano attraverso Plinio il Vecchio (Como, 23 - Stabia, 79), che nella sua Naturalis historia scrisse 
“si osservò che la distanza che in un uomo va dai piedi fino alla testa è la stessa che c’è tra le dita delle mani a braccia distese”.
Essa fu tradotta da Cristoforo Landino tra il 1472 e il 1474, e pubblicata a Venezia in tre diverse edizioni (1476, 1481 e 1489).

Rispetto al pensiero di Vitruvio, il disegno di Leonardo mostra qualche interessante variante: nel disegnare il cerchio ed il quadrato attorno al protagonista, Leonardo, nota che il centro del quadrato non combacia con quello del cerchio, ovvero l’ombelico, come invece, veniva riportato da Vitruvio.
Per Leonardo, per esempio, il piede corrisponderebbe a un settimo dell’altezza dell’uomo (invece che a un sesto come sosteneva Vitruvio), e la misura dalla pianta del piede al ginocchio costituirebbe un quarto dell’altezza (indicazione non presente in Vitruvio). 
Questo perché Leonardo non intendeva seguire alla lettera il canone vitruviano, ma fornire, attraverso la sperimentazione, un modello che, pur guardando alla tradizione, ssi  basasse sulla scientificità della pittura, intesa come comprensione della realtà "fenomenica".
Leonardo voleva infatti fornire una base matematicamente misurabile della rappresentazione artistica, mostrando come, durante il Rinascimento, il mondo della matematica e dell’arte, non erano più due sfere separate, bensì, erano in un contatto reciproco sempre maggiore. 

Cerchio e quadrato del disegno, infine, possono essere letti anche in chiave simbolica: il cerchio sarebbe allusione alla sfera divina, metre il quadrato rappresenterebbe il mondo terreno.
L’uomo, a metà tra divino e terrestre, sarebbe un elemento di raccordo capace di unire i due mondi. 

L'uomo vitruviano è stato scelto da Carlo Azeglio Ciampi, all'epoca Ministro dell'Economia, per comparire sulle monete da 1 euro italiane, con significato altamente simbolico
(l'uomo come misura di tutte le cose).

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