RECENSIONE TESTO “DROP-OUT” - BussolaScuola

Di ultima pubblicazione

lunedì 15 giugno 2015

RECENSIONE TESTO “DROP-OUT”

Risultati immagini per “DROP-OUT” Federico BatiniRECENSIONE TESTO “DROP-OUT”
a cura di Fanfano Marta

“…non andavo a scuola perchè non mi trovavo bene con alcuni professori. Alcuni professori erano bravissimi mentre altri andavano incontro a persone che invece non se lo meritavano…facevano favoritismi, avevano delle preferenze e a me dava molto fastidio”.
Queste sono le parole di Corso (nome di fantasia), un ragazzo di 17 anni, un Drop-out. Ed è proprio il tema dei Drop-out che viene affrontato dal professor Federico Batini, docente di Metodologia della Ricerca e Pedagogia Sperimentale all’Università di Perugia, in questo testo (pubblicato dalla casa editrice “fuori |onda per la collana AltrEducazione, maggio 2014-Lavis, TN).Il volume, costituito da 179 pagine, è strutturato in due parti.
La prima mira a definire il termine Drop-out, con il quale si intende generalmente, ragazzi tra i 16 e 18 anni che fuoriescono dai circuiti dell’istruzione lasciando un percorso di studi o formativo senza averlo completato. Ciò, apre una questione critica, riguardo al rapporto tra scelte volontarie, condizionate e indotte, da singole motivazioni, che porta a focalizzare l’ attenzione sul ruolo della scuola. Infatti, l’introduzione del volume, a cura di Roberto Trinchero, si apre con la domanda: “sono stati i ragazzi ad abbandonare la scuola o è la scuola che li ha abbandonati a loro stessi?”
Questo interrogativo offre, al testo, uno spunto di riflessione critica sull’ efficacia delle didattiche scolastiche. Si ritiene che esse siano, troppo spesso, frontali, poco laboratoriali, scarsamente motivanti, con scarso riferimento alla realtà sociale e problematiche dell’extra scuola. Viene sottolineata la necessità di porsi in ascolto degli allievi e fornire loro feedback formativi.
In questa prima parte del volume viene inoltre, presentata, la ricerca svolta dal professor Batini relativamente al fenomeno trattato. Si tratta di una somministrazione di 67 interviste semi-strutturate su un campione diviso in una componente aretina, costituita da 27 soggetti e un campione a valanga di 40 soggetti del territorio perugino. La ricerca, si propone, di dare voce alle esperienze di questi ragazzi, facendoli, così emergere, dall’ “anonimato”. Il metodo di analisi è stato affidato, ad un processo ermeneutico che si è avvalso anche di altri fonti documentali, e alla costruzione di categorie ex post facendo, così emergere, le motivazioni alla base della scelta di ogni ragazzo.La seconda parte del volume si dedica, invece, alla parola dei ragazzi. Vengono infatti presentate alcune delle interviste della ricerca. Si nota maggiormente che, la considerazione che i ragazzi hanno della scuola, non è assolutamente negativa. Ritengono, quest’ultima, davvero importante.
Criticano, principalmente, i metodi di insegnamento troppo teorici e l’ assenza di continuità tra scuola e vita reale. Le difficoltà che vengono riscontrate dai ragazzi sono, prevalentemente, nel rapporto con i docenti. Il testo pone attenzione anche alle differenze, rilevate dai ragazzi, tra la scuola e i percorsi formativi professionali (corso da estetista, parrucchiera, cuoco) che, ad oggi,
stanno frequentando.
In conclusione, come ci dice Giuseppe Burgio, “le parole di questi ragazzi non possono non interrogare la scuola e gli insegnanti, farci pensare al fatto che questi ragazzi non si sono sganciati dalla scuola ma sono stati abbandonati da questa scuola che non ha saputo includerli, motivarli e comprenderli”.Il volume può essere un ottimo “mezzo” per tutti coloro che desiderano conoscere il mondo dei drop-out, in quanto, fenomeno che, oggi colpisce più di quanto pensiamo, il nostro Paese. Ci basti pensare che, in Italia, il tasso di abbandono scolastico ( relativo all’anno scolastico 2012-2103), secondo i dati Eurostat(2013), è del 17,6%; può essere un valido strumento per gli stessi drop-out, in quanto, motivo per loro, di verificare se, si riflettono nell’ immagine proposta dal testo. Infine, può rivolgersi agli insegnanti, motivo per loro di dare inizio ad una riflessione critica sul proprio operato.Concludo sottolineando l’utilità di questo testo, per il miglioramento e l’avanzamento delle politiche di intervento, volte a fronteggiare questo fenomeno e spero che stimoli la riflessione sul possibile e necessario cambiamento di cui, la nostra scuola, ha certamente bisogno.
Fanfano Marta

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